ECCO GLI ELETTRODI ERGONOMICI PER RECUPERARE LE FUNZIONI MOTORIE COMPROMESSE
Stimolare alcune aree cerebrali per far recuperare parte della mobilità perduta in seguito alle devastazioni prodotte da ictus o tumori sul sistema nervoso centrale. È ambizioso e potenzialmente di grande impatto sociale il progetto che ha per capofila l’azienda biomedicale milanese WISE e che Regione Lombardia finanzia con 3,3 milioni (fondi Por-Fesr 2014-2020) su un totale di poco più di 6 milioni grazie agli Accordi per la ricerca (una delle misure previste dalla legge regionale “Lombardia è ricerca insieme al il premio omonimo, che verrà consegnato il prossimo 8 novembre alla Scala di Milano al professor Giacomo Rizzolatti). Basti pensare al fatto che ogni anno nel mondo si contano 15 milioni di pazienti colpiti da ictus e che un terzo di loro riporta invalidità permanenti a livello motorio: la platea dei potenziali beneficiari del progetto è dunque amplissima.
UN PASSO AVANTI – “Eloquentstim”, questo il nome del progetto, prevede la creazione di un dispositivo medico innovativo, impiantabile mediante una procedura mini-invasiva, il cui traguardo sarebbe quello di un significativo ripristino delle funzioni motorie volontarie, per consentire una almeno parziale autonomia funzionale ai pazienti affetti da lesioni cerebrali. A differenza delle tecniche attuali, il dispositivo permetterebbe la stimolazione continua con impulsi elettrici di zone precise e predeterminate della corteccia cerebrale, garantendo una maggiore efficacia delle terapie di riabilitazione e consentendo al paziente di non dover indossare macchinari ingombranti e di non doversi recare ogni giorno in un centro di riabilitazione. Il risultato: costi inferiori e, soprattutto, una migliore qualità di vita.
I PARTNER – Di primissimo piano i partner scientifici e industriali: in campo la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l’Università degli Studi di Milano, l’Istituto Clinico Humanitas e Newronika, spin off del Policlinico e dell’Università. “Eloquentstim” mette dunque in campo una sinergia ottimale tra ricerca pubblica, privata e tessuto produttivo, che potrebbe rivelarsi un’arma vincente per arrivare a nuove forme di terapia per pazienti dal sistema nervoso pesantemente compromesso. Ciascuno dei partner porterà in dote un’esperienza preziosa e consolidata.
La capofila WISE, PMI innovativa nata nel 2011 per produrre e commercializzare una nuova generazione di elettrodi, può già vantare passi avanti di tutto rispetto, a cominciare dal team cresciuto fino agli attuali 16 componenti, grazie anche al costante supporto di società di Venture capital sia italiane sia straniere (è tra le 10 startup più capitalizzate in Italia in ambito biomedicale). Negli anni WISE e i suoi soci hanno vinto 15 premi nazionali e internazionali nel campo dell’innovazione (tra questi il Bocconi Start-up Day Award 2015 come miglior startup Italiana). Dopo aver lavorato a elettrodi per il monitoraggio intraoperatorio, con il progetto Eloquentstim WISE punta su una nuova applicazione per riabilitazione.
La tecnologia brevettata di strati metallici nanostrutturati integrati in silicone biocompatibile consente la realizzazione di elettrodi altamente deformabili e versatili quanto a forma e dimensioni, dunque ergonomici e in grado di adattarsi “come una seconda pelle” alle strutture molli del sistema nervoso centrale. Come sottolineato da Luca Ravagnan, CEO di WISE, “grazie alla nostra tecnologia si ottengono elettrodi molto meno invasivi rispetto a quelli tradizionali e che consentono di mappare e stimolare le aree del cervello con maggiore precisione, adattandosi alla complessa morfologia dei solchi cerebrali”.
IL PERCORSO – Al team di Humanitas, guidato dal professor Alberto Albanese, spetterà la valutazione pre e post-chirurgica di pazienti che debbano essere operati per la resezione di tumori o con lesioni vascolari e traumatiche per la definizione di una mappa delle aree cerebrali con potenzialità di riorganizzazione: aree che siano cioè in grado di prendere in carico le funzioni motorie di quelle compromesse. Le metodiche di stimolazione di tali aree cerebrali saranno messe a punto dal gruppo del Policlinico coordinato dal professor Sergio Barbieri mentre Newronika, azienda guidata dal dottor Lorenzo Rossi, svilupperà un sistema di stimolazione derivato da un suo apparato per la stimolazione cerebrale profonda adattativa per la cura del Parkinson. La squadra dell’Università di Milano è specializzata in Brain Mapping (duemila i pazienti trattati in circa dieci anni) e fa capo alla professoressa Gabriella Cerri e al professor Lorenzo Bello: gestirà la sezione sperimentale del progetto sia quanto a chirurgia e mappatura funzionale intraoperatoria sia per quel che riguarda il coordinamento con i responsabili del servizio esterno, incaricato della validazione dei protocolli di stimolazione su modello.
“Questo progetto rappresenta una sfida straordinaria – nota il dottor Sandro Ferrari, responsabile scientifico del progetto e Direttore Operativo di WISE -, sia per la complessità insita nella messa a punto della terapia, sia per il livello della tecnologia che si propone di impiegare. Ma anche una meravigliosa opportunità di offrire uno strumento capace di portare benefici rilevanti ai pazienti affetti da disabilità motoria dovuta a lesione cerebrale e a tutto il sistema sanitario, con ricadute positive anche in termini di nuovi posti di lavoro creati”.